E noi ci abbiamo creduto e siamo riusciti a realizzare un sogno .
Tutti conoscono la storia di Mary Poppins dal libro di P.L. Travers ripreso poi dal genio di Walt Disney e di cui è uscito un sequel cinematografico. Ma il tema principale della storia è oltremodo attuale in un’epoca in cui sembrano smarriti i valori umani: la famiglia.
“E’ uno spettacolo per la famiglia e sulla famiglia, i cui membri all‘inizio guardano in direzioni diverse e alla fine guardano tutti dalla stessa parte” .Sono parole di Giulia Fabbri splendida interprete del Musical di Milano
Ed il miracolo si realizza perchè due bambini , Jane e Michael, avvertendo il disagio di un ambiente familiare in crisi, attraverso la loro fantasia costruiscono un mondo di tate che vengono giu’ dal cielo e spazzacamini portafortuna, grazie ai quali riescono a riunire insieme gli elementi di casa Banks che sembravano perdersi dietro i propri egoistici interessi. E lo spirito di casa Banks e l’amore verso Mary Poppins è quello che ci ha portato ancora una volta a realizzare il nostro desiderio di divertirci, stare insieme e dare supporto all‘Associazione Oncologica Bassanese di cui tutti conoscono l’impegno e la generosità. Perchè “Fare bene fa star bene” e noi speriamo col nostro piccolo contributo di donare un sorriso a coloro che colpiti dal male hanno ritrovato grazie all’Associazione Oncologica, la gioia di vivere; perchè il vento della generosità e dell‘altruismo faccia volare sempre in alto i loro aquiloni nel cielo azzurro della vita.
Antonio Iavernaro
Nasce burattino, ignaro del mondo che lo circonda, curioso dai tanti perchè ed assolutamente innocente, come un cucciolo bisognoso di affetto. All’inizio non si rende conto di questo bisogno: nato da un tronco i suoi primi desideri sono di appagamento dei bisogni primari: mangiare, dormire, giocare. Dopo 10 anni la Compagnia dell’Ospedale in Prosa ripropone infatti il musical di Pinocchio, sempre sotto la sapiente regia di Pasquale Caprioli, con gli arrangiamenti musicali delle musiche originali dei Pooh ad opera di Davis Lando e Luigi Ferro, arricchito dall’esperienza maturata in questi anni da tutti i componenti della troupe, ma soprattutto grazie allo spirito di amicizia ed amore che ha reso ancora più salda l’unione di tutti i componenti della Compagnia. Perché è l’amore per il teatro, per l’amicizia, per la beneficienza il vero motore che anima ogni nostro spettacolo.
Perché come recita la canzone finale :
“Basta andare sempre dove porta il cuore per cambiare i sogni nelle cose vere. Può sembrare fantasia, ma è la realtà. E’ soltanto amore la parola giusta, soltanto amore”.
Cenerentola è la madre di tutte le fiabe. Chi non conosce la storia della bambina orfana dei suoi genitori ed affidata ad una matrigna cattiva con due (tre nel nostro spettacolo) sorellastre che la maltrattano fin quando non arriverà il Principe a salvarla?
La tematica principale della nostra storia è “la scarpetta”, un oggetto magico che giunge nella realtà dai sogni di una fanciulla e che rimane nella realtà anche quando il sogno è terminato.
“I sogni sono desideri” canta la canzone iniziale, ed il sogno della scarpetta con tutto ciò che essa rappresenta diventa realtà per la povera fanciulla divenuta Principessa; ed il sogno e la speranza di una sua realizzazione viene donata alla piccola bambina della scena iniziale, perché anche lei possa, come la sua Cenerentola, avere un sogno e crederne nella sua realizzazione.
Due famiglie antiche, costrette in un unico condominio un po’ speciale, che si contendono il possesso dell’attico “Paradiso”, status symbol di prestigio e di potere. Ma la coabitazione già di per se resa difficile dalla natura insolita dei condomini diviene ancora più complicata quando il sentimento più antico del mondo, l’amore, entra in gioco a mischiare le carte . Due giovani si conoscono , si fronteggiano ed infine si innamorano nonostante le difficoltà collegate alla diversa origine e natura delle rispettive famiglie. Per la prima volta in un’ opera inedita sia per il testo che per le canzoni e musiche
In questo spettacolo il tema dominante è stato l’amore, l’amore vero, che travalica i condizionamenti delle forme esteriori e riesce a cogliere il prezioso che anche la Bestia apparentemente piu’ orribile nasconde nel suo profondo. La “Bella e la Bestia” è forse il musical più rappresentato al mondo: ogni compagnia amatoriale o professionale l’ha portato in scena almeno una volta, e non per questo perde tutto il suo fascino di mistero e fantasia.
Che il nostro sacrificio, la nostra passione, la nostra dedizione verso il teatro, ma soprattutto verso voi, pubblico ed amici al tempo stesso, possa trasmettere il messaggio che con questo spettacolo abbiamo fatto nostro :
”.. di non lasciarsi ingannare dalle apparenze, perché la vera bellezza si trova nel cuore. “
Disse Trilly al suo fedele amico Peter Pan: “Io sono in quella zona tra sonno e veglia, quando ti ricordi ancora i sogni, lì ti amerò, lì è il mondo delle fate.” J.Matthew Barrie
Peter Pan e’ la fiaba che ha colorato la nostra infanzia di fate, bambini sperduti, cattivi pirati e di terribili Capitan Uncino. E’ la fiaba che ci ha fatto volare con la fantasia dalla finestra chiusa della nostra camera all’Isola che non c’e’, cosparsi di polvere di fata. E’ la fiaba che ci ha fatto credere di poter restare bambini per sempre.
Nasce burattino, ignaro del mondo che lo circonda, curioso dai tanti perche’ ed assolutamente innocente, come un cucciolo bisognoso di affetto. All’inizio non si rende conto di questo bisogno: nato da un tronco i suoi primi desideri sono di appagamento dei bisogni primari: mangiare, dormire, giocare.
Poi quando si rende conto della sua diversità che lo esclude dagli affetti più cari vorrebbe tornare ad essere bambino. Ma il messaggio originale di Collodi viene stravolto da un finale a sorpresa che meglio rispetta la vera natura del burattino. e così Pinocchio scopre che basta andare sempre dove ti porta il cuore, e nonno Pino saluta la fiaba con queste parole: ” Una volta mio padre mi promise una realta’ di sogni: beh io di treni per l’America non ne ho mai incontrati ma sono certo di non avere rimpianti e di aver sempre amato abbastanza: se la vita e’ morire mi piace pensare di aver vissuto la vita per morire d’amore”
Traendo spunto della satira dei Promessi Sposi realizzata anni addietro dal trio Marchesini-Lopez-Lombardi si volle adattare il famoso romanzo del Manzoni ad una copia falso-autentica del meno conosciuto Alemanzo Sandroni.
La caratterizzazione dei personaggi , un po’ distorta dall’originale, in quanto ad un Renzo un po’ grullo venne associata una Lucia con sindrome bipolare in cui si fondevano le due anime: una nera e soul e una versione piu’ ingenua e candida .
Un Fra’ Cristoforo astuto imprenditore di agenzie viaggi, una dolce e materna Agnese cui si contrapponeva l’anima popolare della Perpetua , un don Abbondio molto bolognese facevano da contorno alle figure principali di Don Rodrigo ardente innamorato delle Lucie e del suo caro amico Innominato, molto caro e molto gentile.
Il primo lavoro della compagnia, molto artigianale e sperimentale, con un canovaccio brillantemente scritto da Patrizia Bertoncello, che attraverso un escursus della storia della musica dall’epoca medioevale fino ai giorni nostri, evidenziava le capacità di ogni singolo partecipante allo spettacolo. Si andava dalla musica Medioevale ad opera del flutista Alberto Matarrucco, accompagnato da un’allora sperduta percussionista Chiara Sicilia, che sarebbe poi divenuta fantastica ed esperta batterista del gruppo musicale, ad un periodo lirico fino a giungere ai giorni nostri con un gruppo jazz veramente professionale.
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